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Quell'anno fu un anno stregato, non so cosa successe all'universo. L'estate sembrava non voler finire mai: allungò il suo fulgore fino alla fine di settembre. Poi ne venne un'altra ad ottobre, una seconda estate, e, dopo brevi e leggere pioggerelline di qualche giorno, novembre fu tiepido e dolce. Ma quello che superò tutti, e fu addirittura strano, e indusse a parlare di un mutamento del clima, fu il febbraio, che ebbe cieli azzurri e rosei da primavera e zèfiri che fecero fiorire i salici. Teresa scriveva con le finestre aperte, e sui davanzali facevano mostra di sé, nei vasi, mazzi di rami che profumavano l'aria di un sentore di miele. Quell'inverno i pascoli si seccarono come credo debba avvenire in Sicilia in estate, e le mucche, non avendo da brucare, venivano risospinte dentro le stalle.